Viene proponendosi… la possibilità di dar vita a due Europe.
Ma non Europe economiche quali sarebbero quelle dei due euro o delle due aree monetarie che come un fantasma accompagna l’euro zona sin dal suo sorgere…
La proposta… è stata vagheggiata anche a Ventotene sotto la forma della creazione possibile di una Europa delle nazioni fondatrici (Germania, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo) ….
Si tratterebbe di porre le basi di un direttorio politico in grado di dirimere con rapidità i problemi istituzionali che ostacolano la creazione di quella unità politica continentale che si sta sgretolando…
Naturalmente questa proposta ha un indubbio valore: quello di tornare a porre in primo piano la politica anziché l’economia nel tessuto delle vicende europee, aprendo in tal modo una era nuova dopo venti anni di riduzionismo economicistico, che non solo ci ha fatto
sprofondare prima nella recessione e ora nella deflazione da recessione, ma ha profondamente disvelato le asimmetrie di potere in Europa consegnando il continente all’egemonia tedesca…
Il ritorno alla politica consentirebbe forse di correggere le asimmetrie economiche e… (di) affidare alla superiorità del Parlamento Europeo tanto l’economia quanto la politica estera europea. Superiorità della politica di cui abbiamo un bisogno vitale (dopo) l’errore di aver compiuto un allargamento senza meditazione alcuna e per puri interessi di potere economici…
… Si creerebbero europei di serie A e di serie B proprio sul piano politico che è il contesto reale della creazione dei diritti di cittadinanza.
Interi popoli (baltici e polacchi in primis e tutti quelli dell’Europa del sud con altrettanta forza) si sentirebbero offesi e deprivati di dignità storica che è quella che conta.
E sarebbe la vera fine dell’Europa che si troverebbe veramente a essere divisa …
Insomma: della proposta delle due Europe politiche è meglio non fame nulla …
Il lavoro necessario per convincere tutta l’Europa di costruire una vera supremazia della democrazia rappresentativa (il Parlamento europeo) sulle inferme e incompetenti tecnocrazie, che sostengono un’austerità catastrofica, è un lavoro ben più penoso e difficile.
Ma è il solo utile e veramente necessario.
Il Messaggero,
23 agosto 2016, pagina 1-19