“… l’oggetto del Patto stipulato a Maastricht in attuazione dell’atto unico e ribadito a Lisbona nel 2000 parla chiaro: all’articolo 2, punto 3, afferma che l’Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L’Unione combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà tra gli stati membri.
Le chiedo, caro Presidente, se Lei ritiene che questo impegno sia stato adempiuto e quali siano, anche dopo l’esperienza della crisi greca, le probabilità che lo possa essere, anche ipotizzando di cedere la parte residua della sovranità nazionale in cambio (il termine è già un eufemismo) di un’assistenza finanziaria accompagnata da vincoli che violano il dettato della nostra Costituzione che Lei è deputato a tutelare. Invece di uscire dal paradosso di un non-stato europeo formato da non-Stati nazionali, si intende approfondire questa strana configurazione istituzionale perché appare vantaggiosa a pochi Paesi capeggiati dalla Germania…”.
PAOLO SAVONA, Lettera aperta al Presidente Mattarella,
Milano Finanza, 22 agosto 2015