Rientro in classe con il gelo per molti studenti italiani. Accade un po’ ovunque, da Roma e dal Lazio, dove si è verificata la maggior parte dei disagi, fino alla Puglia (a Nardò e a Lecce) e alla Sicilia. Con segnalazioni anche dalla Toscana, da Napoli, da Chieti per caldaie in tilt, impianti di riscaldamento malfunzionanti o semplicemente riaccesi non in tempo per il ritorno sui banchi.
Gli alunni più piccoli sono stati rispediti a casa – la temperatura media legale è di 20 gradi e molti studenti l’hanno misurata sotto quota 18 – e i genitori stessi in alcuni casi, come a Giarre, in provincia di Catania, hanno organizzato una manifestazione di protesta. l’altro ieri. Altrove, come a Napoli, sono stati gli alunni del liceo classico Garibaldi a inscenare un sit in davanti alla Provincia a colpi di slogan: «Se fa freddo non è colpa nostra, studenti alla riscossa», hanno gridato.
Alla primaria Simone Neri di Giampilieri (Messina) non è stato nemmeno possibile portarsi le stufe da casa perché, l’impianto elettrico non era in grado. Ma la situazione più difficile si è presentata a Paermo dove monta la protesta degli studenti: “Ogni anno la stessa storia”. Riscaldamenti fuori uso in diversi istituti della città e della provincia. Al “Marco Polo” gli alunni abbandonano le classi, “sciopero” pure al “Failla Tedaldi” di Castelbuono. La Rete degli Studenti Medi incalza la Città metropolitana: “Impossibile stare in aula, il sindaco Orlando ci riceva al più presto”“.
In biblioteca con copertina, sciarpa, cappotto e persino stufetta al seguito. È quello che è accaduto nella giornata di ieri, 8 dicembre, nell’edificio Studium 2000 dell’ateneo salentino: giorno in cui la temperatura percepita all’interno eguagliava quella esterna.
I ragazzi, infreddoliti, hanno denunciato il disagio innanzitutto all’amministrazione universitaria e questa mattina, agguerriti ai microfoni di Lecceprima.it, non hanno risparmiato critiche a tutto spiano.
Il problema però, stando alle dichiarazioni dei rappresentanti dell’associazione Link, non sarebbe né sporadico né circostanziato alla sola sede della biblioteca interfacoltà.
A Roma come ha denunciato l’Associazione presidi del Lazio, nei giorni del crollo delle temperature, oltre il 25% delle aule, una su quattro, si è trovato al gelo, con conseguente prolungamento delle vacanze.
«IL PROBLEMA dei riscaldamenti nelle scuole – ha sottolineato il presidente dell’Anp Lazio, Mario Rusconi – non è legato alle caldaie o perlomeno non solo. La questione riguarda in primis i termosifoni, quelli spenti per il mancato spurgo, quelli accesi troppo tardi o quelli fuori uso per il blocco della caldaia. Tutti piccoli inconvenienti di cui si dovrebbero occupare gli uffici tecnici dei municipi, non certo i presidi o i bidelli».
fonte: Qn