Politica interna
Berlusconi lancia Tajani. Il Corriere della Sera: “Per la comunicazione ufficiale Silvio Berlusconi sceglie Matrix su Canale 5. E alle 22 dichiara: «Sono lieto di potervi annunciare una buona notizia. L’attuale presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha sciolto la riserva e ha dato la disponibilità a guidare un governo di centrodestra». Passano pochi minuti e il diretto interessato conferma con un tweet di aver «dato la disponibilità». Le voci e le indiscrezioni trovano dunque conferma anche se subito dopo lo stesso presidente di Forza Italia chiarisce: «Un eventuale passo indietro di Matteo Salvini dipende da lui e dagli altri membri dell’alleanza. Anche perché la lealtà è assoluta: il candidato alla presidenza del Consiglio lo indica il partito che avrà più voti». Poche ore prima il leader di Forza Italia è con Giorgia Meloni e Matteo Salvini al Tempio di Adriano per la photo opportunity che mancava alla campagna elettorale del centrodestra”. Berlusconi intervistato da Libero: «Salveremo l’Italia dai grillini, cioè dal peggiore pericolo che il nostro Paese ha corso dal 1994. Dal pauperismo, dal ribellismo, dal giustizialismo, dall’odio sociale, da una crisi che isolerebbe il nostro Paese e lo farebbe precipitare in una nuova recessione». «Le mie promesse, o meglio i miei impegni, a regime si finanziano da soli, perché i tagli alle tasse faranno ripartire la crescita e quindi anche il gettito fiscale. E’ quello che è accaduto in tutti i Paesi che hanno seguito questa politica, dall’America (…) alla Federazione Russa. Nell’immediato, le coperture verranno dalla riforma delle deduzioni e delle detrazioni, e dalla regolarizzazione di gran parte del sommerso, che la flat tax rende molto conveniente». Salvini intervistato dal Corriere: «Nel caso vincesse il centrodestra il capo dello Stato dovrebbe scegliere di far formare l’esecutivo a chi nella coalizione prende un voto in più. Se qualcuno vuole Tajani presidente del Consiglio voterà Berlusconi, se preferisce le idee e la forza della Lega sceglierà Salvini, molto semplice (…) Detto questo… Con Berlusconi bisogna sempre essere vigili».
PD/M5S. Prodi, Napolitano, Veltroni, Letta, hanno dato indicazione di voto per Gentiloni ma non — con l’eccezione di Veltroni — per ll Pd. Gentiloni intervistato dal Corriere: «Non era scontato che personalità con storie così diverse, alcune delle quali hanno lasciato la politica attiva, scendessero in campo. Vuol dire che capiscono quanto è alta la posta in gioco. Stavolta la vera competizione è contro i populismi, quello dei Cinquestelle e quello che si è insediato nel centrodestra, una anomalia in cui convivono il Ppe e gli estremisti di destra. Mi auguro che lo capiscano anche le classi dirigenti, l’establishment di questo Paese (…) Qui si sta decidendo se proseguire su una strada di economia di mercato, società aperta, welfare sostenibile, o se andare fuori strada». Sempre dal Corriere: «Se Gentiloni sarà incaricato dal presidente della Repubblica, avrà il mio più pieno sostegno. Vale per lui o per chiunque altro del Pd». Non è un’investitura in piena regola, ma senz’altro un passo avanti: mai Matteo Renzi era stato così chiaro nell’indicare il nome di Paolo Gentiloni come quello del possibile premier del futuro. Certo, non è dato sapere se quella del segretario del Partito Democratico sia una vera svolta o se, piuttosto, non sia un mossa tattica (…) Renzi non vuole dare ulteriore adito al «giochino del candidato premier» che a suo giudizio serve solo a «indebolire» il Pd e, di conseguenza, a «danneggiare» il suo segretario. Cosa rischia l’Italia secondo Matteo Renzi intervistato da Repubblica: «Di avere una maggioranza con Grillo, Salvini e Meloni. Un patto tra la Lega e il Movimento cinque stelle. Lo dico realisticamente. Senza il Pd primo partito, il Paese rischia un governo estremista». D.: Cosa succede lunedì? R.: «Spero e penso che lunedì saremo il primo gruppo parlamentare. In alternativa, Noi siamo stati seri, perfino troppo. La base della nostra proposta è semplice: 9 miliardi per famiglie, badanti, asili nido, aiuti a chi ha il Parkinson o l’Alzheimer». «E guai a chi vive queste elezioni come altre primarie interne del Pd». Infine il M5S che presenta il suo governo: gli unici politici sono i fedelissimi Riccardo Fraccaro, alla Democrazia diretta, e Alfonso Bonafede, alla Giustizia (…) E dopo che prefetti, generali ed ex ambasciatori hanno detto no, a Interni, Esteri e Difesa arrivano tre donne che sono – tutte – candidate all’uninominale. E che risultano legate alla Link Campus University: Paola Giannetakis, Emanuela Del Re, ed Elisabetta Trenta. Tra i ministri economici Lorenzo Fioramonti (Sviluppo) Pasquale Tridico (Welfare, Roma 3) e soprattutto il professore associato della scuola Sant’Anna di Pisa Andrea Roventini. Polemiche per il preside che ha scritto la Buona scuola. Ma «lunedì rideremo noi – preannuncia il leader ricordando le critiche ricevute – avremo il 40 per cento».
Economia e finanza
Scende il debito. Risalita del Pil. Dal Corriere della Sera: “A poche ore dal voto l’Istat certifica l’andamento dell’economia e dell’occupazione. Dall’analisi dell’Istituto di statistica emerge che la ricchezza prodotta in Italia nel 2017 è aumentata dell’1,5%, il dato è definitivo e conferma la stima indicata a settembre dal governo. La crescita è la più elevata dal 2010 e concorre al complessivo risultato dei conti pubblici. II rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo scende all’1,9% (nel 2016 era al 2,5%), mentre il rapporto tra debito e Pil cala al 131,5%, tornando al livello del 2015 e invertendo la tendenza dell’ultimo decennio che lo ha visto sempre in aumento (nel 2007 era al 99,7%). L’avanzo primario è positivo e sale all’1,9% rispetto all’1,5% del 2016. I dati vanno letti con un’avvertenza: non tengono conto degli effetti dei 17 miliardi di euro mobilitati dal governo per liquidare le banche venete”. Repubblica: “Mai così tante donne al lavoro. Mai così poche donne inattive. Il tasso di occupazione torna a crescere in gennaio. E il merito è tutto rosa. Anche se non mancano le contraddizioni. Lavoro precario, part-time, salari e diritti sempre un passo indietro agli uomini. E il divario con l’Europa, quasi un abisso: 49% di italiane occupate contro 63%. Cosa succede dunque nel mercato del lavoro? I dati Istat ci raccontano una realtà a due facce. La disoccupazione totale risale all’11,1%, ma quella degli under 25 cala al 31,5%, il minimo da dicembre 2011. E soprattutto lontana dal 40% e oltre mantenuto per tutto il 2014. Giovani finiti sul divano di casa stanchi di cercare? No, perché in quella fascia di età, parecchio martoriata dalla crisi, nell’ultimo anno Istat ha registrato 106 mila occupati in più. Il problema, ancora una volta, è la qualità dell’occupazione”. In tema di lavoro si segnala dal Corriere: “L’accordo è pronto: Embraco-Whirlpool accetta di sospendere i licenziamenti e di prorogare la sua uscita dallo stabilimento torinese di Chieri al primo gennaio 2019”.
I timori degli investitori su conti pubblici e riforme. Il Sole 24 Ore: “Le scelte di politica economica del prossimo governo sono il tema a cui gli investitori internazionali sono più sensibili. Più della volatilità post-voto, a preoccupare i principali gestori interpellati da II Sole sono le incognite su debito e riforme”. Dino Pesole dalla prima del Sole 24 Ore anche alla luce dei recenti dati Istat: “Ogni deviazione dal percorso avviato finora, con annessi i rischi di una prolungata incertezza politica post elezioni, renderebbe più gravoso il finanziamento del debito (…) il percorso di riduzione del debito non va in alcun modo arrestato. Dunque occorre consolidare e rendere più consistente la crescita, ora all’1,5%, per accompagnare via “denominatore” la discesa del debito. Ma solo con conti in ordine si può impostare un sentiero di crescita stabile e crescente nel tempo (…) se il 2017 si è chiuso con questo incoraggiante risultato, sul 2018 e 2019 incombono non poche incognite. La Commissione Ue ancora non ha formalmente dato il via libera alla manovra 2018. Il giudizio è atteso per maggio, e potrebbe preludere (probabilmente in autunno) alla richiesta di una correzione pari allo 0,2% del Pil (attorno ai 3,4 miliardi)”. Si segnala inoltre Vincenzo Boccia che ha portato a Bruxelles il messaggio emerso dalle Assise di Confindustria del 16 febbraio. E lo ha fatto in una serie di incontri con alcuni protagonisti delle istituzioni Ue. Ad una domanda su fisco e flat tax il presidente di Confindustria ha risposto: «II concetto di flat tax lo condividiamo. Occorre una riforma fiscale che metta al centro i produttori. E l’azzeramento del cuneo fiscale per i giovani, per realizzare un grande piano di inclusione delle giovani generazioni». Sulle infrastrutture: «Non è un tema ideologico», ma sottende «un’idea inclusiva di società».
Politica estera
La sfida nucleare di Putin e i dazi di Trump. La Stampa: “La Russia dispone di modernissime armi capaci di penetrare qualsiasi difesa antimissilistica e di rendere quindi «inefficaci» e «insensati» gli scudi americani in Europa e in Asia. E’ il messaggio lanciato ieri da Vladimir Putin, che a meno di tre settimane dalle presidenziali che con ogni probabilità lo confermeranno alla guida della Russia per altri 6 anni, ha approfittato del suo discorso alle Camere per un tuffo nel patriottismo e un monito a Washington: «Abbiamo detto diverse volte che avremmo reagito al piazzamento dei sistemi antimissili americani. Allora non ci avete ascoltato. Ascoltateci adesso». Come un prestigiatore che tira fuori dal cilindro un coniglio dopo l’altro, Putin ha presentato al mondo tutta una serie di modernissime armi nucleari che – a suo dire – «nessun altro al mondo ha o potrà realizzare in breve tempo». Un super-missile cruise reso «invulnerabile» dalla sua traiettoria imprevedibile e che, con un rivoluzionario motore a propulsione atomica, può viaggiare per un tempo indefinito e «raggiungere qualsiasi punto del mondo»”. Sempre dalla Stampa: “La guerra commerciale che Trump aveva minacciato durante la campagna elettorale comincia. Ieri il presidente ha annunciato che la settimana prossima imporrà dazi a tappeto del 25% sulle importazioni di acciaio, e del 10% sull’alluminio. La Commissione Europea ha già avvertito che risponderà con ritorsioni analoghe, mentre Wall Street ha reagito con un calo intorno al 2%”.
Giornalista slovacco ucciso, arrestati 7 italiani. Repubblica: “Svolta sul delitto Kuciak, il cronista che indagava sulle infiltrazioni della’ndrangheta. Una delle società sotto inchiesta era controllata direttamente dai clan in Calabria”. “Arrestati 7 italiani”. “Tutti i fermati sono legati alla famiglia dell’imprenditore di Melito Porto Salvo Antonino Vadalà”. Ecco cosa si legge: “Se i dettagli della scena del crimine non confondono, una delle poche certezze nell’omicidio di Ján Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova è che, giovedì 22 febbraio (giorno in cui l’autopsia indica la morte dei due ragazzi), Ján aprì la porta della sua casa di Velka Maca a un uomo (o agli uomini) che aspettava. Con cui avrebbe discusso e che lo avrebbe poi giustiziato a bruciapelo”. «L’Europa continua a far finta di niente, come se la ‘ndrangheta fosse un problema che non la riguarda. Una roba di italiani e tra italiani. Non impara la lezione perché non la vuole imparare: dopo la strage di Duisburg niente è cambiato». Si avverte un certo scoramento nelle parole che il magistrato antimafia Nicola Gratteri sceglie per commentare a Repubblica l’arresto in Slovacchia di sette componenti della famiglia calabrese Vadalà dopo l’omicidio del giornalista Jan Kuciak.