NAPOLI – Forse non tutti conoscono la storia dell’antico teatro romano incastonato tra i palazzi in via dell’Anticaglia. La leggenda vuole che vi abbia suonato anche Nerone, ma probabilmente si esibì in un teatro precedente di cui si sono ritrovate le tracce nel momento dello scavo.
Napoli è una città che non smette di sorprendere per questo, in questo teatro ci si accedeva da una botola di un vascio napoletano in vico Cinquesanti, ho avuto il privilegio di accedervi per quella botola suggestiva, è un’esperienza particolare che solo questa città può regalare. Insomma un tesoro custodito in quello che possiamo considerare un altro tesoro: il centro storico di Napoli, il più grande museo a cielo aperto d’Europa.
Come spesso succede, per queste meraviglie, per anni gli ambienti interni sono stati adoperati come cantine, stalle, depositi. Le prime scoperte avvennero nel 1859 per lo scavo di una fognatura, un primo scavo archeologico avvenne alla fine del XIX secolo nel giardino dello stabile su cui insiste il teatro, il primo piano di recupero risale al 1939 durante il Ventennio (importante perché prevedeva la demolizione di tutti gli stabili che insistevano sul teatro), ma solo dal 1997 il teatro è stato in parte disvelato, con l’intervento da parte del Comune che tra il 2003 e il 2007 ha ordinato importanti lavori di recupero che hanno permesso l’affioramento della parte ovest della media cavea dal giardino interno.
Insomma, una vera meraviglia che la Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei ha riportato alla luce gradatamente e che è riuscita anche a datare: l’ opus reticulatum a blocchetti di tufo romboidali inquadrati nel latericium dei mattoni rossi, appartiene sicuramente a un’epoca successiva a Nerone e ai Giulio-Claudi, e cioè all’età Flavia e questo fa presupporre che Nerone si sia probabilmente esibiito sul palcoscenico del teatro precedente di cui riaffiora qualche traccia.
E fin qui la storia di quello che è un sito unico e che purtroppo è visitabile solo in particolari giorni. Il progetto di riqualificazione rientra nei 27 progetti di riqualificazione da effettuare con i fondi di 100 milioni di euro messi a disposizione dell’Unione Europea, nell’ambito del Progetto Sito Unesco per la tutela e la salvaguardia del nostro patrimonio archeologico e storico. Ben 4 milioni serviranno proprio per salvare il Teatro dell’Anticaglia, ma la corsa contro il tempo intrapresa dal Comune sembrava persa. Entro il 31 dicembre 2015, infatti, bisognerà presentare la rendicontazione delle opere effettuate e tutto quello che non è stato speso dovrebbe ritornare nelle casse dell’Unione Europea che lo metterà a disposizione di tutti gli Stati che ne faranno richiesta. Un vero peccato quindi. Ma l’assessore Carmine Piscopo assicura:”I fondi non verrano persi, abbiamo avuto rassicurazioni su questo punto da Regione, Governo e Unione Europea, chiusa la rendicontazione al 2015 se ne aprirà un’altra per il seiennioo 2014-2020. Ci sono stati fortissimi ritardi, dei 27 progetti ad oggi il nostro successo è stato aprire ben quattro cantieri. Purtroppo, solo nel 20113 abbiamo avuto l’ammissione della spesa dalla Regione e questo ha comportato un notevole ritardo sull’iniizio deil lavori”
Si tratta di un progetto che non solo restituirà alla città il Teatro dell’anticaglia, ma gran parte del centro storico e dei Decumani.