Dire mamma è dire già coraggio, ma dirlo per le mamme di Acerra è d’obbligo, anche se loro farebbero volentieri a meno di quell’aggettivo e non perchè non lo meritino. In un Paese normale non dovrebbero trovarsi nelle condizioni di meritarlo, quell’essere mamme dovrebbe bastare al loro coraggio e invece accade che inevitabilmente lo Stato ti mette nelle condizioni o di soccombere o di avere coraggio. Una parte di loro non vuole darla vinta ai soprusi, alla criminalità che ha avvelenato l’aria che respirano, allo Stato che si è voltato dall’altra parte o che mentre insieme agli esperti discute sul da farsi,e sulla concatenazione inquinamento tumori, lascia per strada rifiuti e copertoni, questi ultimi principale materia per la riuscita dei pericolosissimi roghi. E così accade che sfidando il pericolo vadano in cerca proprio dei pneumatici da sottrarre ai fuochi e li trasformino in nuove idee nella speranza che qualcuno recepisca il messaggio https://www.ilsudonline.it/le-mamme-coraggio-sfidano-la-terra-dei-fuochi/.
L’INCONTRO CON LE MAMME CORAGGIO
Così nel primo vero sabato estivo mi avvio a incontrare queste donne che vogliono dimostrare che se si vuole si può e che trasformare un pericoloso pneumatico in un oggetto utile oppure semplicemente bello si può. Sono donne che riescono a conciliare il lavoro, la famiglia e i figli e a divertirsi insieme e che riescono anche a coinvolgere i loro mariti nel progetto.
IL PROGETTO DELLA MOSTRA AL CASTELLO DI ACERRA
“Stiamo cercando di ottenere l’autorizzazione dal sindaco per esporre le nosre creazioni al Castello di Acerra, il 21 giugno” mi dice Pina, e se il sindaco dovesse negarvi l’autorizzazione? “Andremo ad esporre tutto sotto il Comune, ci piazzeremo lì e non ce ne andremo, devono vedere di cosa siamo capaci” risponde Pina, mentre gomito a gomito laviamo i copertoni raccolti, circa diciotto o venti al giorno, un lavoro faticoso, e anche rischioso:
UNA RICERCA PERICOLOSA
“A Chiaiano abbiamo trovato migliaia di siringhe e a volte ci troviamo davanti ad amianto e materiale che non sappiamo cosa sia, ma noi andiamo avanti. Lo Stato deve capire che può fare qualcosa e che al brutto che ci hanno fatto respirare, noi rispondiamo con il bello di quello che riusciamo a realizzare con i pneumatici”. Ci si riunisce a casa di Giovi, il vulcano di idee, colei che ha spronato le altre a fare in modo che la loro voglia di fare qualcosa trasformasse anni di scempio ambientale in un messaggio di speranza. Giovi è incinta di poche settimane, una notte non riusciva a dormire e ha trasformato un copertone in fioriera a forma di coccinella,
SI PARTE DA UNA COCCINELLA
Ma Giovi è instancabile lo deve al suo bimbo di diciassette mesi e quella giovane vita che porta dentro, “Sono fatta così, quando ho un’idea la devo realizzare, a costo di non dormire fino a che non la vedo realizzata” dichiara, è instancabile, non si ferma un istante, con orgoglio mi fa vedere il suo orto, realizzato con tanta fatica ma tutto biologico, e la casetta realizzata per le coccinelle. Quella coccinella che ha realizzato da sola in quella notte che ha trasformato i loro discorsi in realtà.
IL DOLORE E LA FATICA DIETRO AL PROGETTO
La disinvoltura con cui sembrano aver realizzato il loro progetto e l’allegria con la quale condivIdono le loro giornate nascondono ore di lavoro, a volte storie dolorose, ma anche i rischi che corrono: prima si raccolgono i copertoni, stando attente a siringhe, se va bene, ma anche ai materiali non identificati che possono trovare nella discaricahttps://ilsudonline.it/wp-admin/post.php?post=34067&action=edit, poi si portano a casa di Giovi e si pensa a un progetto da realizzare, poi si lavano, e inizia l’olio di gomito. Infine se possono essere utilizzati si dipingono per diventare una giostra per bambini o una fioriera a forma di rana. La difficoltà queste mamme le incontrano quando devono togliere il ferro da dentro, oppure aprirli per realizzare opere più complesse, o tagliarle a metà per realizzare una rastrelliera per biciclette ad esempio. Il loro lavoro è tutto documentato sulla loro pagina di Facebook E qui in un sabato pomeriggio intervengono i mariti con frese e attrezzi per tagliare. Un lavoro pericoloso, visto che dai copertoni si sprigiona quell’odore tossico che si sprigiona dai roghi della Terra dei Fuochi.
LE FABBRICHE PER LO SMALTIMENTO COPERTONI, LA NORMATIVA
Ed è li che si capisce il danno che quei pneumatici fanno quando vengono abbandonati nelle discariche, pronti per essere usati dai criminali che vogliono nascondere le tracce dei loro crimini. Allora la domanda è una sola: perchè mettere a rischio tante vite, cosa fanno le fabbriche che dovrebbero smaltire copertoni? La normativa vigente nuova, risalente al 2011 ha introdotto anche la tracciabilità delle gomme e obbliga il produttore o importatore, entro il 31 maggio di dichiarare all’autorità competente la quantità e le tipòlogie di pneumatici immessi sul mercato del ricambio nell’anno solare precedente e a dichiarare all’autorità competente le quantità, le tipologie e le destinazioni di recupero o smaltimento di PFU (pneumatici fuori uso) provenienti dal mercato del ricambio e gestiti nell’anno solare precedente. Una normativa che riconosce la pericolosità dei pneumatici ma che a giudicare dal numero di copertoni che si trovano in discarica non sembra essere efficace come dovrebbe.
(parte prima)
1 thought on “Reportage:una giornata con le mamme coraggio continua la campagna per sottrarre copertoni ai roghi di Acerra”
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