Il 24 giugno scorso si è chiusa l’ultima ostensione della Sacra Sindone di Torino in occasione del bicentenario dalla nascita di San Giovani Bosco. Dietro autorizzazione papale, il motto scelto per l’evento è stato “L Amore più grande”, riprendendo il vangelo di Giovanni 15,13 il quale parla dell’Amore di Dio, manifestato nella Passione di Gesù Cristo, nel dono totale della vita, che spinge l’uomo a donarsi, a mettersi a servizio degli altri specialmente dei più poveri e bisognosi.
Sull’autenticità del lenzuolo lungo 4,36 m e largo 1,10 m che viene venerato come sudario di Cristo quando fu avvolto e deposto nella tomba di Giuseppe di Arimatea, molto si è discusso e, fino ad oggi non si hanno risposte definitive.
Dalle analisi e dalle ricerche svolte è certezza che un corpo martoriato cosparso di talco e olii aromatici (Giov 19,39 parla espressamente di mirra e aloe) può lasciare tali impronte,ed è assolutamente certo che l’uomo della Sindone sia stato crocifisso, quindi morto per asfissia in quanto si nota la presenza di ferite da penetrazione (chiodi) all’altezza dei polsi e dei piedi.
Ma sono le date che non coincidono e non solo quello. La prova del carbonio 14 avvenuta nel 1988, farebbero risalire il lenzuolo in un periodo compreso tra il 1260-1390, quando era ancora conservato nella città francese di Lirey, per poi passare a Chimay in Belgio e Chambèry, dove nel 1532 un incendio lasciò su di esso due file di bruciature ancora visibili oggi. Il lenzuolo arriva poi nelle mani dei Savoia,e non per gentile concessione: infatti i Savoia comperano la Sindone e a caro prezzo a Chambery. Di ciò che avvenne abbiamo un documento di compravendita stipulato a Ginevra nel 1453 e, anche se non si parla esplicitamente del Sacro Telo, si legge tra le righe il baratto avvenuto tra Ludovico di Savoia e Margherita di Charny; l’ infeudamento a Margherita della città e il maniero di Mirabel contro la Sindone, il tutto per accontentare Anna di Cipro moglie del povero Ludovico, la quale si era incapricciata sul possedere quel pezzo di stoffa. Tutt’oggi la Sindone è di proprietà dei Savoia per questo si trova custodita nella cappella del Duomo di San Giovanni Battista a Torino.
E’ da escludere che il lenzuolo sia stato fabbricato prima del XIV sec poiché il tipo di tessitura e le fibre impiegate erano prima di allora sconosciute ed inoltre la data della prima apparizione è molto tardiva visto che Cristo è morto presumibilmente tra il 30 e il 33.
Non si può altresì supporre che una così preziosa reliquia di Cristo non sia stata menzionata da alcun evangelista canonico, apocrifo, alcun padre della Chiesa e tanto meno da teologi del medioevo cristiano. Inoltre è bene notare che nel Vangelo di Giovanni non si parla di singolo lenzuolo ma, come nel caso di Lazzaro (Giov 11,44), sempre di strisce di lino in cui il corpo veniva avvolto, mentre intorno alla testa veniva messo un pannolino distinto (Giov 19,40; 20,5ss; Luc 23,53). Ammettere l’autenticità della Sacra Sindone di Torino implicherebbe negare l’autenticità del Vangelo di Giovanni, un prezzo che nessun esegeta responsabile e vero cristiano sarebbe disposto a pagare.